Stando alla storia, intorno al VIII a.C., Siculi e Sicani furono i primi abitatori della zona, mentre nel IX secolo d.C. l'isola venne occupata dagli Arabi, di cui maggior importanza ha ancora oggi per l’economia brontese l’introduzione della pianta del pistacchio.
L’atto di costituzione del Comune di Bronte, invece, è datato 1535, quando Carlo V riunì i 24 casali esistenti in un’unica entità territoriale che denominò, appunto, “Bronte”. Durante la dominazione borbonica, due furono gli avvenimenti di grande rilievo: nell’ottobre del 1778 veniva ultimata la costruzione del Collegio Capizzi, uno dei centri culturali più vivi di tutta l’Isola; il 20 gennaio 1800 il re di Napoli Ferdinando I donava l’Abbazia di Maniace all’ammiraglio inglese Orazio Nelson, nominandolo “Duca di Bronte”, quale ricompensa per l’aiuto ricevuto nel corso della rivolta della Repubblica Partenopea.
Fu proprio la presenza degli eredi dell’ammiraglio inglese una delle cause dell’inasprimento delle tensioni sociali che sfociarono nei tristemente famosi Fatti di Bronte del 1860.
Oggi il paese conta circa 20.000 abitanti ed è uno dei centri economicamente più attivi della zona.
L'economia locale si basa su un vivace tessuto imprenditoriale, ma è caratterizzata anche dall'impronta agricola e dall'indotto derivato dalla coltivazione del Pistacchio.